Calabria

di Guido Montaldo


Terra aspra e affascinante, circondata dal mare, con un territorio prevalentemente montuoso che lascia raramente spazio alle colline, dove la coltivazione della vite risulta più congeniale. Nell’antichità le zone più coltivate erano in prossimità delle coste e nelle pianure di Sibari, Sant’Eufemia e Gioia Tauro, colonizzate dai coloni greci dal VII al V sec. a.C..

I vini calabresi hanno raggiunto una qualità eccellente ad un prezzo molto interessante, caratteristiche fondamentali sul mercato globale. In questi ultimi vent’anni infatti si è assistito ad una vera e propria rivoluzione qualitativa, mentre nel corso dei secoli la produzione vinicola calabrese è stata esuberante, forse troppo:  cisterne di vino sfuso prendevano la via del nord per essere utilizzate per vini da taglio.

Quella calabrese è oggi una realtà enologica in fermento.

La storia del vino calabrese è invece antichissima e gloriosa. I primi coloni greci che sbarcarono sulle coste della Calabria, chiamarono il nuovo paese “Enotria tellus”, cioè terra del vino, per lo stupore di incontrare così vaste distese di viti. Gli Entri, popolazione autoctona calabrese coltiva già la vite, ma i Greci introdussero migliori vitigni e più adeguate forme di coltivazione. Oggi sono numerosi gli studiosi che pensano addirittura che la Magna Grecia, cioè l’antica Calabria, fosse il centro di irradiamento di numerosi vitigni autoctoni che si ambientarono, secolo dopo secolo, in tutta Italia. Potete quindi immaginare come sia ricco il patrimonio viticolo calabrese, definito anche dai botanici “il giardino delle meraviglie”.

Vitigni

Attualmente sono sicuramente 120 i vitigni antichi esistenti, ma, considerando che solo una decina sono utilizzati per la produzione di vini Doc e Igt, pensante alla potenzialità enologica calabrese; una vera miniera d’oro.

Rossi: tra le cultivar più antiche sul suolo calabrese troviamo l’ Aglianico, introdotto dai coloni greci lungo la costa tirrenica; ciò potrebbe spiegare il sinonimo Ellenico o Ellenico durante la dominazione spagnola. Il Gaglioppo nero fa parte di quella schiera di vitigni probabilmente importati dai coloni greci (“Gaglioppo” in greco significa “bellissimi piedi”).  Il Mantonico o Monsonico nero è un sinonimo di Gaglioppo.  Greco nero, Magliocco Canino nero, Pecorello nero, Marsigliana e Sangiovese. Vitigni di origine siciliana sono probabilmente il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio e il Nero d’Avola oggi utilizzati in alcune Doc calabresi.

Bianchi: Greco Bianco, denominato anche “il calice di Afrodite” perché nei secoli era considerato un vino afrodisiaco, Greco di bianco, Mantonico bianco, Guarnaccia bianca, Moscatello di Saracena, Moscato, Malvasia.

9 Doc: Bivongi; Cirò; Greco di Bianco; Lamezia; Melissa; Sant’Anna Isola Capo Rizzuto; Savuto; Scavigna; Terre di Cosenza con le sottozone Condoleo,  Donnici, Polino, Esaro,  San Vito di Luzzi e Verbicaro.

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