Marche

di Guido Montaldo


Presente il mare, la collina e la montagna, il territorio marchigiano ha caratteristiche eterogenee possedendo forse le qualità più tipiche della nostra Penisola.

Guido Piovene scriveva, che passare per le Marche significa attraversare tutta l’Italia.

Le origini della coltivazione della vite risalgono a tempi remoti, come in quasi tutta Italia. Anche in questa zona si deve agli Etruschi l’evoluzione della viticoltura, ma già prima della conquista romana, avvenuta nel 3 sec. a.C., i Piceni avevano integrato le conoscenze tecniche viticole etrusche con le proprie, ottenendo dei vini ricercati persino dai romani conquistatori. Plinio affermava che tra i 50 vini “generosi” erano apprezzati “del mar di sopra” (l’Adriatico) i Pretuzii “e quei che nascono in Ancona”.

I Piceni inviarono ai protettori romani, i loro vini insieme alle olive marchigiane di Ascoli farcite e fritte contenute in barilotti di legno o in vasi di terracotta: le celebri olive all’ascolana di oggi.

La denominazione attuale della regione risale al X secolo quando il nome Piceno si mutò in Marca anconetana, Marca fermana e Marca camerinense.

Nei secoli il vigneto come cultura pluriennale, ha caratterizzato il paesaggio collinare marchigiano. Oggi la superficie viticola si è molto ridotta, ma la coltivazione si è specializzata, di cui oltre il 50% è dedicata a vitigni ad uva bianca e il restante a uve rosse, con una distribuzione per il 95% in collina e il rimanente in montagna.

Vitigni

Bianchi: il Verdicchio bianco, è il vitigno emblema della Regione ed è il più diffuso.

Sembra essere molto antico, dal nome latino che indica i riflessi “viridis” dell’uva ed è stato assimilato al Trebbiano di Soave e di Lugana.  E’ il protagonista nelle Doc e Docg del Verdicchio Colli di Jesi e del Verdicchio di Matelica. Maceratino bianco, Bianchello, Pecorino bianco, nonostante sia coltivato in Abruzzo, Umbria e Lazio, si pensa che questo vitigno sia originario delle Marche. Passerina bianca, si presume di provenienza dalla fascia adriatica, ma presenta molte caratteristiche del grappolo in comune con il Trebbiano toscano.

Rossi: Lacrima nera, è uno dei vitigni più misteriosi d’Italia. Si è radicata nelle Marche dove viene chiamata Lacrima di Morro d’Alba. Vernaccia nera o Vernaccia di Serrapetrona, Sangiovese, Montepulciano.

Docg e Doc

5 Docg: Castelli di Jesi Verdicchio Riserva; Conero; Offida; Verdicchio di Matelica Riserva e  Vernaccia di Serrapetrona

15 Doc: Bianchello del Metauro; Colli Maceratesi; Colli Pesaresi; Esino; Falerio; I Terreni di Sanseverino; Lacrima di Morro o Lacrima di Morro d’Alba; Pergola; Rosso Conero; Rosso Piceno o Piceno; San Ginesio; Serrapetrona; Terre di Offida; Verdicchio dei Castelli di Jesi; Verdicchio di Matelica.

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