Marche: Verdicchio ma non solo

di Davide Spataro

Un territorio vocato da sempre per la viticoltura grazie al suo paesaggio variegato e ideale per la coltura della vite. Le colline infatti rappresentano più dell’80% della regione e il loro degradare verso il mare ne influenza positivamente la qualità. Il clima è prevalentemente mediterraneo lungo la costa e nel suo entroterra la presenza di rilievi montuosi, permette di equilibrare il clima con buone escursioni termiche e alternanze di brezze marine. I terreni sono per lo più ricchi di calcare, limo e marne e rappresentano un habitat perfetto per le coltivazioni di vitigni a bacca bianca (come il Verdicchio) che in queste zone raggiungono alti livelli qualitativi. Le uve di questo tipo ricoprono infatti più della metà della superfice vitata e il Verdicchio, coltivato tra le province di Ancona e Macerata, si erge come bandiera di eccellenza non solo per la Regione ma anche a livello Nazionale. Sei il vitigno è unico, dovremmo parlare in realtà di due tipi di vino: Il Verdicchio dei Castelli di Jesi e quello di Matelica.

Il nome “verdicchio” deriva dal colore verdognolo dei suoi acini e la varietà del vitigno è riconducibile al Trebbiano di Soave. Nella piccola fascia di terra tra Jesi e Matelica i suoi grappoli ci regalano un bianco elegante e complesso che si presta ad essere vinificato in modi differenti. Esistono infatti ottimi spumanti sia Metodo Classico che Martinotti, bianchi secchi giovani, altri invecchiati (Riserva) che differiscono per struttura e intensità gusto-olfattiva e si arriva persino a produrre ottimi passiti. Il verdicchio dei Castelli di Jesi si presenta in genere più fruttato e corposo mentre quello di Matelica si contraddistingue per maggiore acidità e delicatezza in cui le note floreali prevalgono. In entrambi i casi, questo bianco è un fiore all’occhiello dell’enologia per questa regione

Fazi Battaglia negli anni’60 disegna una bottiglia ad “anfora” che da allora diventa il marchio di fabbrica di questo vino.

Nella zona più a Sud verso l’Abruzzo, l’area di Offida sta ottenendo grande popolarità commerciale grazie a due varietà autoctone: il Pecorino e la Passerina. Il primo ha origine antiche, il suo nome deriva dalla vocazione del suo territorio all’allevamento di ovini e recentemente è stato rivalorizzato e riscoperto. Si tratta di un bianco di buona struttura e di immediata bevibilità con una gradevole nota sapida e minerale. Il secondo, meno complesso, è un bianco fresco, piacevole e sapido, ideale come aperitivo specialmente nelle sue versioni spumantizzate.

Le Marche sono anche territorio di vini rossi e, oltre all’onnipresente Sangiovese e Montepulciano (che rappresentano la base per l’espressione più popolare “Rosso Conero“), vale la pena soffermarsi su due vini molto particolari:

  • La Vernaccia di Serrapetrona Spumante è una perla rara di questa regione.  Prodotto in pochissime quantità nel Maceratese, è uno spumante dal gusto inconfondibile. Secco o dolce, questo rosso subisce tre fermentazioni distinte. Una parte delle uve sono infatti vinificate in rosso, mentre un altro quantitativo viene lasciato appassire; Il mosto zuccherino di queste ultime viene poi aggiunto al primo innescando una seconda fermentazione. La presa di spuma è in autoclave è il risultato è un rosso frizzante aromatico, piacevolmente fruttato e speziato.
  • La Lacrima di Morro d’Alba, prodotto nella zona di Ancona nell’omonimo comune, deve il suo nome ad una particolarità che accade al suo acino. Nel picco massimo di maturazione, la sua buccia si rompe facendo fuoriuscire delle “lacrime” di succo. Il rosso prodotto dalle sue uve è un trionfo di profumi di piccoli frutti rossi; l’assaggio è di un buon corpo ed è caratterizzato da freschezza e intensità. La sua migliore espressione è in gioventù, in cui la sua verve ben si adatta ai piatti di carne della tradizione marchigiana.

Che il viaggio vi porti a picco sull’incantevole mare del Conero oppure in un paese medievale cinto da mura (magari verso fine aprile, quando le colline si vestono di un manto giallo brillante) la vostra esperienza enologica non potrà che essere appagante!

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