Friulano: Tocai, per sempre Tocai!

di Guido Montaldo


Tocai alla riscossa! Mai come in questo momento, il vitigno friulano a bacca bianca è all’attenzione dell’opinione pubblica. Innanzitutto per l’eccezionale qualità, che ne fa uno dei vini più premiati e richiesti dal mercato nazionale.

Quindi perché dal 2007, a causa di una querelle con l’Ungheria, grazie ad una disposizione iniqua dell’ Unione europea, il vitigno tipico friulano ha dovuto cambiare nome ed essere battezzato: Friulano.

Intorno al nome e all’origine di questo vitigno spesso c’è una terribile confusione. Sono in molti infatti a credere, erroneamente, che sia di provenienza ungherese, dato che in Ungheria il vino principe è appunto il celebre Tokaji, che al contrario del Tocai friulano, deriva da uve differenti ed è una tipologia prettamente dolce e liquorosa. In Alsazia Tokay è invece sinonimo di Pinot Grigio, un vitigno anch’esso molto diffuso in Friuli e anche questo alimenta numerosi equivoci.

“Che cos’è un nome?
Quella che chiamiamo rosa,
con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo”.

(W. Shakespeare, Romeo e Giulietta)

Il Friulano è da sempre il vino dei friulani e del Friuli Venezia Giulia: chiedete un tajute vi verrà offerto un bicchiere di Friulano.

Si tratta di un vino che si identifica marcatamente con il territorio d’origine e che si presenta cangiante a seconda che nasca dai terreni sabbiosi della pianura, da quelli ricchi di marne ed arenarie della collina, oppure da quelli caldi, a matrice ghiaiosa, dell’Isonzo. Un vitigno e un vino che traducono bene le differenze climatiche e geologiche alle quali sono associati e che si abbina meravigliosamente bene a tanti piatti e prodotti gastronomici diversi, un asso da giocare sul quale non tutti i vitigni d’Italia e del mondo possono giocare con altrettanta sicurezza.

In realtà il Tocai è il vitigno autoctono a bacca bianca più diffuso in Friuli, che trova il suo terroir ideale nei Colli Orientali e nel Collio e in zone limitrofe (Lison Pramaggiore). Viene coltivato anche in Lombardia, specialmente nella zona del Lago di Garda ( S.Martino della Battaglia).

A parte la politica, parlando di  nuove tendenze e abbinamenti per il Tocai o Friulano, da qualche anno si è fatta strada la tendenza a valorizzare in pieno le differenti potenzialità di questo vitigno. Il bello del Friulano è infatti proprio la versatilità di poter produrre sia vini giovani, fruttati, da bersi anche come aperitivo, ma allo stesso tempo può diventare, grazie a scelte che partono in vigneto, soprattutto riguardo alla maturazione delle uve, un grande vino strutturato, importante alla stessa stregua dei vini rossi, anche da invecchiamento.

Sono nati pertanto Friulano passati in botte di rovere con elevati profili di complessità e suadenza, dove le sensazioni vellutate si armonizzano con sentori di mandorla o fieno di primo taglio o agli antipodi è fruttato e fresco di fiori di campo. Il sapore asciutto, caldo, pieno, armonico lo porta a celebrare un connubio privilegiato con il prosciutto di San Daniele o altri insaccati originali sia delicati, come il Salame d’oca o saporiti come il Salame Santolcese.

Le potenzialità del Friulano, se ben strutturato  sono infinite: come antipasto con foie gras e fichi o con baccalà, patate e germogli di soia; sposa anche un risotto con porcini o funghi di stagione ed è eccellente con il pesce San Pietro al forno, quindi:  Tocai per sempre Tocai!”.

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