Alto Adige, una regione vocata all’enologia

di Davide Spataro


Possiamo definire questa regione il “Re Mida” dell’enologia italiana. Non c’è tipologia di vini-Bianchi, Rossi, Rosè, Dolci e perfino qualche spumante-che gli altoatesini non facciano bene.

Con i suoi circa 5.000 ettari di vigneti, l’Alto Adige è una regione vocata all’enologia e attenta a valorizzare il suo straordinario patrimonio enogastronomico.

I vitigni si snodano a forma di “Y” lungo il corso dell’Adige fino alla conca di Bolzano dove si biforcano in due grandi direttrici: a sinistra verso la Val Venosta e a destra verso la Valle Isarco. Sono per lo più piccoli appezzamenti a ridosso dei Paesi ben armonizzati con il paesaggio e ben diversificati per esaltare le caratteristiche di queste uve. Le colline su cui si adagiano le viti sono impreziosite da castelli, boschi, pascoli e chiese dall’architettura nordica, il tutto circondato dalle spettacolari Dolomiti.

L’Alto Adige è sicuramente specializzato in vini bianchi (almeno il 65% della produzione): l’aromatico e seducente Gewurztraminer il raffinato Pinot Bianco, Muller Thurgau, Sauvignon, Chardonnay (da cui si producono eccellenti spumanti) o l’autoctono Kerner (nato da un incrocio fra Riesling e Schiava) tipico della Valle Isarco, raggiungono livelli qualitativi notevoli che non sfigurano di fronte ai più blasonati omologhi francesi, renani o alsaziani. Anche i vini dolci come Moscato Giallo o Rosa che in alcun aree vengono “attaccati” dalla Muffa Nobile, sono nettari capaci di sprigionare sensazioni intense e molto piacevoli.

I Vini Rossi si distinguono sia per eleganza che per equilibrio: la Schiava il vitigno autoctono e più rappresentativo, produce risultati differenti e sorprendenti dal più immediato Lago di Caldaro al più nobile e strutturato Santa Maddalena. Il Lagrein è il fiore all’occhiello della piana di Bolzano dove l’uva si presta a grandi affinamenti in botte regalando dei vini dal colore impenetrabile e di grande morbidezza. Il Pinot nero, fine ed elegantissimo, con colori tenui e un sensazionale spettro olfattivo è ben rappresentato nel Meranese

L‘elenco dei vitigni potrebbe essere lunghissimo e tutte le varietà, ben diversificate e rappresentate, sono mediamente di un livello qualitativo notevole. L’Alto Adige da questo punto di vista è senza dubbio una perla della viticoltura internazionale.

La grande fortuna di questa Regione è il clima. E’ un’area prevalentemente collinare e montuosa ma in fondo valle, soprattutto d’estate, le temperature sono molto calde, questo fa sì che ci siano forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Queste condizioni arricchiscono le uve soprattutto nei profumi e nei sentori terziari, regalando dei vini intensi e con interessanti complessità gusto olfattive

Non possiamo dimenticare poi il concetto di cooperativa che in Alto Adige assume un ruolo prestigioso e di grande valore economico e culturale. Sono per lo più le cooperative che da più di un secolo si occupano della produzione vincola della Regione e garantiscono alta qualità e tipicità. Stesso discorso vale per il marchio “Sudtirol” che appare sui tappi delle bottiglie o sulle etichette dei tipici prodotti gastronomici che ne tutela il valore e l’autenticità.

Infine un accenno sulla “ Strada del Vino ” che da Salorno a Sud attraversa Bolzano e termina a Nalles. Qui si può toccare con mano e con lo sguardo la straordinaria bellezza e amore degli altoatesini per i loro vigneti: eleganti e ordinati filari intervallano le numerose e rinomate cantine.

Il turista viene attratto dall’ospitalità e dall’autenticità di questi luoghi e la sosta per degustare, visitare o per semplice curiosità è sempre ben appagata. Infatti spesso queste affascinanti strutture sono anche capolavori di design, ben integrate con il territorio.

Uno straordinario esempio di come natura, arte vino e turismo possono armoniosamente convivere.

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