di Guido Montaldo
In Veneto la viticoltura e il vino entrano in modo predominante nella “vita quotidiana”.
La prima risulta un’attività agricola ed economica diffusa praticamente in tutta la regione, dal lago di Garda, che ne divide la zona di produzione con quella lombarda, fino al mare Adriatico e al confine con il Friuli. Il vino è una costante nella cultura veneta, basti pensare al rito quotidiano dell’ombra o ombretta che si consuma da secoli nelle osterie di tutto il Veneto. Tradizioni che affondano le origini nella notte dei tempi, tramandatesi da popoli antichissimi, quali gli Etruschi, i Veneti, poi i Romani. Durante il dominio della Serenissima il vino fu uno dei più importanti articoli di commercio del Mediterraneo e i vitigni importati dalla Grecia e dall’Oriente, come le Malvasie e i Moscati, si diffusero in tutto il Vigneto Europa, condizionando i gusti e le tendenze di allora.
Oggi la superficie vitata della Regione Veneto oscilla, tra nuovi impianti e reimpianti, oltre 76 mila ettari, la terza per estensione in Italia. La viticoltura è distribuita soprattutto in pianura (59%), in collina (39%) e una minima parte in montagna (2%). Con una distribuzione molto parcellizzata, 0,61 ettari per azienda. In questa realtà predominano i vitigni a bacca bianca (56%).
Vitigni
Bianchi: Glera (Prosecco) oggi è il vitigno a bacca bianca tra i più coltivati in Italia, grazie al successo del suo spumante nel mondo. Attualmente si conoscono diversi biotipi, tra i quali il Prosecco tondo e il Prosecco lungo, il Prosecco Balbi ed il Prosecco dal peccol rosso. La sua fama è tale da essere coltivata anche in Argentina. Oltre alla Doc Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene e Cartizze, entra anche nelle Doc Bagnoli, Breganze, Colli di Conegliano, Colli Euganei, Gambellara, Montello e Colli Asolani. Verduzzo trevigiano bianco, differente dal friulano. Bianchetta Trevigiana era coltivata già nel ‘500. Boschera b. viene utilizzato con vitigni locali come il Verdiso e il Prosecco ed entra nel disciplinare anche del passito Torchiato di Fregona. Durella bianca (con il Durello dei Monti Lessini si produce uno spumante apprezzato e un vino fermo, ma rientra anche nelle Doc Breganze bianco, Gambellara, Garda orientale, Lugana e Valdadige), Garganega bianca, protagonista del Soave, Trebbiano di Soave, Turbiana (Lugana), Marzemina bianca, Incrocio Manzoni, Tai e Moscato giallo. Naturalmente sono presenti gli internazionali Chardonnay, Sauvignon e Pinot grigio.
Rossi: Corvina, un vitigno dalla storia antica, di cui le origini si perdono tra i vitigni dello stesso nome, che indicavano soprattutto il colore dell’uva: nero corvo. Oggi è il protagonista degli uvaggi della Valpolicella, in primis quello dell’Amarone, per le sue grandi doti nell’appassimento. Corvinone, Molinara, Rondinella, Oseleta, Dindarella nera, Pelara, Marzemino nero, nonostante oggi sia considerato un vitigno trentino, è originario del Veneto, Raboso Piave nero, corrisponde al Friularo della zona di Bagnoli (Padova), molto probabilmente un vitigno autoctono derivato dalle viti selvatiche della pianura trevigiana, Raboso veronese, Tai rosso, Cabernet Sauvignon e franc, Carmenere e Merlot.
14 Docg: Amarone della Valpolicella; Bagnoli Friularo o Friularo Bagnoli; Bardolino Superiore; Asolo – Prosecco; Colli di Conegliano; Colli Euganei Fior d’Arancio o Fior ; ‘Arancio Colli Euganei; Conegliano Valdobbiadene – Prosecco; Lison; Montello Rosso o Montello; Piave Malanotte o Malanotte del Piave; Recioto della Valpolicella; Recioto di Gambellara; Recioto di Soave; Soave Superiore.
27 Doc: Arcole; Bagnoli di Sopra o Bagnoli; Bardolino; Bianco di Custoza o Custoza; Breganze; Colli Berici; Colli Euganei; Corti Benedettine del Padovano; Gambellara; Garda; Lessini Durello o Durello Lessini; Lison-Pramaggiore; Lugana; Merlara; Montello – Colli Asolani; Monti Lessini o Lessini; Piave o Vini del Piave; Prosecco; Riviera del Brenta; San Martino della Battaglia; Soave; Valdadige Terradeiforti; Valpolicella; Valpolicella Ripasso; Venezia; Vicenza; Vigneti della Serenissima o Serenissima.