Il Prosecco domina i mercati, nazionale ed esteri. Il Prosecco piace, piace a tutti, in tutte le parti del mondo, traina in Italia i consumi del vino, alquanto lenti, sia in Horeca, che in Gdo. Dati chiari quelli di Istat elaborati da Coldiretti: nel 2014 il Prosecco ha distribuito fuori dai confini un totale record di 320 mln di bottiglie, con +20, trionfando sullo Champagne.
Il Prosecco Docg-Doc consumato in Italia vale alla produzione € 240 milioni, a fronte di un fatturato al consumo nazionale superiore al mezzo miliardo di euro.
L’area storica di produzione del Prosecco è Conegliano Valdobbiadene, colline impervie poco distanti da Venezia. Dal 2009 la vocazione di quest’area è riconosciuta dalla Docg (Denominazione di origine controllata e garantita).
Nasce una nuova “piramide” qualitativa, che vede al top il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg, una piccola area di 106 ettari, dove si produce lo spumante dolce (dry).
Appena sotto il Prosecco Docg della zona collinare, che si riconosce perché in etichetta riporta il nome dell’area di produzione, Conegliano Valdobbiadene e può fregiarsi dell’aggettivo “Prosecco Superiore”, con il vigneto di provenienza, indicato con il nome storico di “Rive”. Insieme alla Docg di Conegliano e Valdobbiadene è stata riconosciuta quella dei Colli Asolani Prosecco Superiore, che abbraccia un territorio limitato, intorno ad Asolo. Il Prosecco Doc invece oggi indica quei vini frizzanti e spumanti prodotti in 9 province veneto-friulane. Da una parte Treviso, con oltre il 90% di tutta la produzione, dall’altra Trieste in quanto provincia in cui si trova la località di Prosecco, luogo storicamente collegato all’origine del vitigno.
Il cambiamento è storico, nessuno potrà più produrre Prosecco al di fuori della zona sopra citata, anche a livello internazionale. Il Prosecco Igt, scompare e viene indicato con il nome antico del vitigno Prosecco, cioè Glera.
Vi è però la possibilità, per quelle aree dove è presente almeno un produttore che da più di 20 anni imbottiglia Prosecco, di continuare a elaborarlo, dimostrando di aver prodotto Prosecco per almeno 5 anni consecutivi.
Le tipologie di rimangono quelle tradizionali: spumante, frizzante e tranquillo, suddivise in base al contenuto di zuccheri: brut, extradry e dry, dal più secco al più dolce.
Il successo del Prosecco è proprio nella facilità e piacevolezza di beva, piacevole, florelale e tradizionalmente extradry (leggemente abboccat0) e nella adattabilità con gli abbinamenti, bollicine che trionfano dall’aperitivo a tutto pasto.
Ottima la vendemmia 2016 che si è chiusa confermando gli entusiasmi dei pronostici, non si sono verificate interruzioni della vendemmia e questo ha permesso quindi ad ogni singolo viticoltore di gestire la raccolta selezionando le migliori partite e generando cuvée eccellenti. L’eccellenza qualitativa quindi dei millesimati della vendemmia 2016 è assicurata. Il profilo dei vini, in questo momento in vasca per le fasi di affinamento, è di grande impatto olfattivo, sia al naso che in bocca, con note floreali di spiccata vivacità, di mela verde che conferisce croccantezza anche al palato, segnale inequivocabile di uno spumante che in prospettiva può assumere grande stoffa e verticalità di assaggio.