di Guido Montaldo
A memoria d’uomo non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata. Ad aprile un’ondata di gelo ha attraversato la Francia, la Spagna e tutto il nostro Paese, “bruciando” molti germogli di vite ormai già ben sviluppati, e purtroppo, non più in grado di fruttificare.
Un lungo periodo di siccità, fatte salve alcune regioni del Nord, ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia, che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo, che ha coinvolto anche il Nord, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio ed agosto, tanto che la colonnina del termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40°C.
I vigneti del Nord hanno però potuto beneficiare, durante i mesi di luglio ed agosto, di provvidenziali piogge, anche se spesso sono state accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione in diversi areali. Fortunatamente si riscontrano anche delle zone che non hanno avuto problemi, grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all’oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all’eventuale disponibilità di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar soprattutto autoctone. Ciò che consentirà di ottenere in alcuni siti produttivi quantità e qualità buone se non ottime è la nostra trasversalità territoriale e la nostra grande biodiversità, unica al mondo.
Le previsioni di Assoenologi (Associazione degli enologi italiani), indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno, pari ad una flessione di circa il 26%. Tutte le regioni italiane fanno registrare consistenti decrementi produttivi con punte anche del 35-40% in Sicilia ed Umbria. Unica eccezione la Campania che, dopo la difficile vendemmia della scorsa campagna, fa registrare un aumento del 5%. Con 40 milioni di ettolitri il 2017 si colloca tra le prime 6 vendemmie più scarse dal 1947 ad oggi.
Vendemmia scarsa, ma l’Italia rimane leader nelle produzione mondiale ( a cura dell’ Osservatorio del Vino)
Una vendemmia decisamente complessa, che ha reso difficile la ricognizione in tutte le zone vitate del Paese, caratterizzate da territori e vitigni molti diversi tra loro. Un insieme di realtà che hanno vissuto in modo completamente differente il bizzarro andamento stagionale di quest’annata
I dati rilevati ci parlano di una forte variabilità quali-quantitativa non solo tra zona e zona, ma all’interno dello stesso territorio tra micro aree differenti e, addirittura, tra vigneto e vigneto.
La qualità, nella maggior parte delle zone analizzate, si mantiene su standard ottimali, anche se è troppo presto per definire con certezza come evolverà al termine della vendemmia e nei prossimi mesi. Nonostante un calo produttivo stimato del 26%, invece, secondo le previsioni rimaniamo sopra i 40 mln di ettolitri, confermando il primato produttivo mondiale del nostro Paese davanti a Spagna (38,4 mln) e Francia (37,2 mln)”.
La prima a partire come ogni anno, quest’anno anticipata alla prima settimana di agosto, la Franciacorta con Chardonnay e Pinot nero.
Una situazione piuttosto eterogenea, causa soprattutto le gelate di aprile, tanto che alcuni vigneti avranno un calo delle rese stimato anche oltre il 50%; mentre nelle zone risparmiate dal colpo di coda dell’inverno, la maturazione delle uve è stata più rapida che negli anni passati. Sul piano fitosanitario la stagione è stata piuttosto tranquilla.
Uve sane e in ottime condizioni: si apre con queste premesse la vendemmia 2017 in Sicilia, la prima che consentirà ai vini Grillo e Nero D’Avola di essere imbottigliati esclusivamente con l’etichetta di una delle Denominazione di Origine Controllata (Doc) presenti in Sicilia. Le stime sulla produzione delle uve parlano di un leggero calo di quantità rispetto alla vendemmia del 2016.
In Friuli V.G. ottima vendemmia sul Collio, leggermente anticipata rispetto alla media, che è iniziata con il Pinot grigio: viti sane, in equilibrio produttivo e fisiologico. Produzioni nella media (forse il Friulano segnerà una leggera diminuzione) e le escursioni termiche daranno luogo a un’ottima qualità dei vini. Nei Colli Orientali una vendemmia “zuccherina”, con leggera diminuzione della produzione (-15 per cento). Tra i bianchi, annata favorevole per Pinot grigio, Friulano e Sauvignon.
In Toscana si è vendemmiata la Vernaccia di San Gemignano, le cui uve risultano sane, ma in quantità inferiore. Sul lago di Garda, sponda lombardia, ha preso il via anche la vendemmia in Valtènesi delle uve Doc Groppello, Marzemino, Barbera e Sangiovese, destinate alla produzione del Chiaretto, a cui seguirà la selezione per i rossi.
Dal punto di vista quantitativo si preannuncia un calo della produzione nell’ordine del -20% però l’annata si presenta perfetta! Infine la vendemmia 2017 per il Primitivo di Manduria vede uve sane e ottimo grado zuccherino: qualità eccellente!