Se il Piemonte è universalmente riconosciuto come Regione simbolo per la produzione di pregiati vini rossi, le varietà a bacca bianca sono molteplici e tutte di grande interesse e unicità. Pensiamo ad esempio al Roero Arneis, All’Asti Spumante, all’Erbaluce di Caluso o al Gavi. Vini bianchi di grande tradizione che sono diventati in alcuni casi delle eccellenze, molto diffusi e apprezzati. Esiste poi una DOC meno famosa delle precedenti ma che non è seconda a nessuna per qualità e originalità: Il Timorasso.
Timorasso: territorio
Ci troviamo sui Colli Tortonesi, ai confini con la Lombardia, nelle vallate Curone, Grue, Ossona e in Val Borbera, una terra di antica tradizione vincola. Qui suoli argillosi con una buona componente calcarea, sono
l’habitat ideale per la vite. Già alla vista il grappolo si presenta in modo anomalo: acini grandi e piccoli infatti si alternano nello stesso ceppo creando forme estremamente originali; predilige inoltre esposizioni soleggiate e non ventose e, a causa dell’alto grado di umidità di queste zone, ha una produttività incostante. I suoi acini hanno grande propensione a marcire e ad essere attaccati dalle muffe. Per questi motivi negli anni ’80 molti produttori stavano abbandonando la sua coltivazione a favore di varietà più produttive come il Cortese.
Ci sono però terre che si identificano con degli uomini. Se la vicina località di Volpedo si fregia di aver dato i natali al celebre pittore Giuseppe Pellizza, Monleale, sulla opposta riva del Torrente Curone, si identifica profondamente in un vignaiolo indipendente e coraggioso: Walter Massa.
Un produttore lungimirante che ha creduto fermamente nella salvaguardia di questa vite e cui il tempo ha dato ragione. Negli anni, Walter, il “papà” del Timorasso, ha saputo più di ogni altro comprendere le sue peculiarità e ammansire le sue ruvidezze.
Oggi, grazie anche a un meticoloso lavoro di diffusione dell’uva, Il Timorasso si estende su un totale di più di 2.000 ettari (dai 60 presenti non più di 30 ani fa) e i produttori sono più di trenta, per circa 400.000 bottiglie annue. La rinascita anche commerciale del vino è un successo
strameritato perché è frutto della perseveranza e della tenacia di chi ha sempre creduto nell’identità diquesto territorio e nelle potenzialità di questa varietà.
Timorasso: caratteristiche organolettiche
Quali sono le sue caratteristiche nel bicchiere? È un bianco di forte personalità, molto riconoscibile. Il suo manto giallo paglierino esalta al naso sentori floreali di sambuco e fruttati di pesca matura. Marcate sono
anche le note minerali che sfociano, per le versioni più strutturante, in profumi terziari di resina e idrocarburi. Il suo gusto è fresco e persistente e grazie alla sua spiccata acidità, è un bianco longevo che non
perde negli anni il suo vigore. Un bianco di nicchia ma che si presta già oggi ad essere degustato in strepitose verticali di annata.
Se Walter Massa non avesse creduto nelle qualità di questa bacca oggi ci saremmo persi questa eccellenza orgogliosamente autoctona, che dimostra ancora una volta come l’Italia per varietà e pregevolezza sia un Paese straordinario.