Prosecco: bollicine Italiane nel mondo

Prosecco Valdobbiadene

di Davide Spataro


Le bollicine tricolori che hanno conquistato il mondo. In Germania, Inghilterra, Stati Uniti e perfino nella patriottica Francia è il vino italiano più diffuso come quantità. Basti pensare che il termine Prosecco di Valdobbiadene nell’immaginario comune è diventato erroneamente sinonimo di vino Spumante, con parecchia invidia da parte dei produttori Franciacortini o del Trento doc.

Prodotto da uve Glera (almeno 85%), un vitigno semiaromtico autoctono delle regioni Veneto, in particolare della provincia di Treviso e Friuli, è un vino spumante prodotto con metodo Martinotti in autoclave, di grandissima bevibilità e immediatezza al gusto. Solitamente di colore giallo paglierino non troppo carico, al naso si annuncia subito con note fruttate (pera, mela) e floreali (gelsomino, rosa e glicine) mentre al gusto è fresco e leggermente sapido.

Le maggiori quantità vengono prodotte nella variante Prosecco extra dry (12- 17 grammi di zucchero per litro) leggermente dolce per esaltarne i profumi, anche se la versione Prosecco brut e dry non mancano di piacevolezza al palato.

Nel comune di Cartizze, in Valdobbiadene, tra le colline più scoscese di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol in Valdobbiadene viene prodotto il “Cru” di questo spumante. Il Prosecco Superiore di Cartizze DOCG o “Prosecco Cartizze” è un vino più complesso i cui i profumi si intensificano e diversificano; le bollicine diventano più eleganti e in bocca appare una leggera e piacevole nota mandorlata. Trova la sua massima espressione nella versione Dry con un gradevole gusto dolce che ben si accompagna con alcune pietanze piccanti o speziate.

Il Prosecco è un vino molto versatile: se il binomio con la parola aperitivo è scontato, anche a tavola ben si accompagna nella versione Brut con antipasti di pesce crudo, verdure o formaggi vaccini e nella versione Extra Dry si abbina bene a primi piatti di legumi, di frutti di mare o minestre. Il Prosecco Dry è l’alleato perfetto per finire un pranzo o una cena di festa accompagnando dolci e pasticceria in generale. Usatissimo infine per produrre cocktail da aperitivo tra cui il mitico Spritz, il Bellini e il Negroni “Sbagliato”.

Se da un lato si deve essere orgogliosi del successo del Prosecco, dall’altro bisogna riflettere su quanto potrà succedere in futuro. I dati relativi all’esportazione di questo prodotto infatti, hanno fatto sì che il territorio vocato alla produzione di uve Glera si stia ingrandendo sempre più e la coltivazione intensificando. Lo sfruttamento dei terreni non sempre fa però bene al risultato finale in bottiglia. Infatti il rischio è che la qualità di questo prodotto possa regredire a causa della smania di numeri di bottiglie da produrre nel breve termine per soddisfare la crescente domanda interna e internazionale.

Il Prosecco è un bene di consumo Made In Italy preziosissimo da proteggere, migliorare e tutelare. Se riusciremo a preservare il valore questo baluardo della viticoltura nostrana, senza svenderlo, ne gioverà non solo l’intera enologia italiana ma anche l’economia del nostro Paese.