IL VINO IN PUGLIA Sole e mare nel bicchiere

Il Vino in Puglia

 

Vini Rossi

La produzione di vino Rosso in Puglia ha affrontato negli ultimi decenni un “percorso” enologico non facile. Ha infatti cercato di passare dalla quantità alla qualità. Negli ultimi anni continua senza sosta la lenta marcia di avvicinamento agli standard di una migliore (e meglio distribuita) qualità nei vini.

Accanto alle nuove e più moderne realtà produttive di vino in Puglia, retaggi del passato quali il commercio internazionale di mosti concentrati, la vendita in cisterna ed il consumo di grosse quantità di vino sfuso in damigiana sono ancora radicate. Il passaggio alla “cultura della bottiglia” è stato complesso e non indolore. Scontrandosi ripetutamente sui colossali numeri produttivi (attualmente la Puglia produce circa 10 milioni di ettolitri l’anno).

Le DOC

Quanto ai vini è senz’altro in crescita l’attenzione ai prodotti da uve autoctone. Il Negroamaro, Uva di Troia, Bombino Nero ed ovviamente il Primitivo. Quest’ultima varietà origina vini rossi di grande ricchezza strutturale, morbidi e molto maturi, che conoscono un successo di pubblico spettacolare. Nel Salento al Primitivo si affianca il Negroamaro della DOC Salice Salentino, un rosso in media non altrettanto alcolico e potente, ma spesso più “vibrante” e dinamico al gusto. Una varietà meno nota come il Nero di Troia, fino a pochi anni fa utilizzato solo da pochi viticoltori, è invece al centro di una riscoperta così diffusa, quanto meno nella parte centro-settentrionale della regione, con la DOC Castel del Monte a fare da catalizzatore.

Vini Bianchi

La produzione di vino bianco in Puglia ha avuto una eccezionale evoluzione negli ultimi anni. Ha infatti superato la produzione di vini rossi nel 2019 (anno in cui i rossi hanno avuto un calo produttivo rispetto all’anno precedente di 700.000 hl). La tradizione di bianchi pugliesi “di qualità” è relativamente giovane. Questa  prende origine principalmente nella zona centro-settentrionale della regione. Con le Murge e la DOC Castel del Monte a fare da punto di riferimento. In ciascuna di queste “macrozone” si trovano vini che coniugano le esigenze di tipicità con la piacevolezza della beva. Forse però, a livello generale, manca ancora qualcosa in termini di complessità per competere con i migliori bianchi del resto d’Italia.

Le DOC

Le DOC che contemplano tipologie di bianchi sono una decina ma, a dispetto delle differenze di territorio e di tecniche produttive, la maggior parte delle bottiglie tende ad uniformarsi nel modello di bianco molto leggero. Senza grande densità gustativa e senza un particolare slancio aromatico. Da segnalare la qualità di vini dolci della Denominazione Moscato di Trani, Inoltre lo sviluppo sempre più avanzato dei vini rosati che riescono a coniugare perfettamente il carattere di uvaggi a bacca rossa come il Negroamaro ed il Primitivo, con la freschezza e la facilità della beva dei bianchi pugliesi.

Speciale Castel Del Monte Bianco

Il fascino metafisico del Castello a pianta ottagonale fatto costruire da Federico II sulle alture delle Murge, nell’entroterra di Andria, si travasa con parsimonia nei bianchi dell’omonima denominazione, che si estende nel territorio di una decina di comuni in provincia di Bari.

Il Disciplinare di produzione prevede, accanto al Bombino Bianco ed al Pampanuto, il ricorso a vitigni internazionali quali lo Chardonnay e Sauvignon, che poi sono quelli a cui si affidano i produttori più solidi e rappresentativi per ottenere i migliori risultati.

Al contrario di quanto avviene dunque per il rosso, dove ormai l’autoctona uva di Troia è da tempo il vitigno di riferimento, il Bianco di Castel del Monte

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