di Guido Montaldo
L’Umbria, piccola regione con ambienti incontaminati e paesaggi di rara bellezza, tanto da essere soprannominata “il cuore verde d’Italia”. Ecologicamente parlando, l’Umbria deve tanto a Giorgio Lungarotti e quindi a Torgiano, vera città del vino, che conserva oggi il museo più bello d’Italia dedicato alla nobile bevanda (ma anche all’olio). Dal punto di vista vitivinicolo l’Umbria è in forte evoluzione, a seguito di un piano di reimpianto dei vigneti forte di oltre 3000 ettari. Sono coltivate il 58% di uve rosse e il restante bianche, il 92% in collina e il rimanente in montagna.
Vitigni
Rossi: non si può parlare dell’Umbria oggi senza affiancarla al suo vitigno più famoso, il Sagrantino. In effetti è un vitigno che produce uve rosse con caratteristiche eccezionali sia per vini da lungo invecchiamento che per passiti. Le origini dell’uva Sagrantino sembrano addirittura risalire all’epoca romana. Il primo documento in cui si cita il Sagrantino è conservato presso l’Archivio notarile di Assisi e risale al 1598. Anche il Canaiolo è utilizzato per gli uvaggi dei vini rossi.
Bianchi: tra i vitigni autoctoni e tradizionali a uva bianca il Grechetto bianco è il più significativo. Viene coltivato anche il Grechetto di Orvieto, il Trebbiano toscano, e il Trebbiano spoletino bianco; mentre più rari sono il Dolciame bianco e il Verdello bianco.
Docg e Doc
2 Docg: Montefalco Sagrantino; Torgiano Rosso Riserva;
13 Doc: Amelia; Assisi; Colli Altotiberini; Colli del Trasimeno; Colli Martani; Colli Perugini; Lago di Corbara; Montefalco; Orvieto; Rosso Orvietano o Orvietano Rosso; Spoleto; Todi e Torgiano.