di Guido Montaldo
La Puglia è una di quelle regioni dove tutto è da vedere, da assaggiare, da scoprire. Sapori e aromi frutto di una terra assolata e generosa e del sapiente lavoro di trasformazione dell’uomo. L’olio extravergine d’oliva, nelle molteplici tipologie, è forse il prodotto più rappresentativo, seguito a breve distanza dal vino.
La Puglia è terra di antichissime tradizioni vinicole. Le pianure pugliesi sono state un santuario per la vite e l’ulivo, sin dai tempi dei Fenici e dei Greci. Lo stesso Omero parlava di questa regione, come un luogo di “eterna primavera” e sono state queste particolari condizioni climatiche a favorire una abbondanza e varietà di vini raffinati. La coltivazione della vite era già praticata fin dai tempi della colonizzazione greca nell’VIII secolo avanti Cristo. Successivamente, al tempo degli antichi romani, i vini pugliesi ebbero il loro momento di massimo splendore fino a quando la decadenza dell’impero romano di occidente segnò anche il declino della enologia pugliese.
La Puglia è una delle poche regioni vitivinicole italiane dove la bilancia nella produzione di uve fino a qualche anno fa pendeva verso quelle a bacca rossa soprattutto da vitigni autoctoni o tradizionali. Ma la situazione sta cambiando notevolmente con la ripresa della produzione di profumati, inimitabili rosati e di freschi e suadenti bianchi, con un rapporto qualità/prezzo vincente!
In Puglia nasce nel 1943 il primo rosato imbottigliato in Italia (Four Roses di Leone De Castris), destinato alle truppe americane stanziatesi nel Salento dopo lo sbarco.
Il Negroamaro è il vitigno perfetto per produrre rosato è infatti tra le varietà a bacca rossa che danno più colore, grazie all’elevato contenuto di polifenoli, antociani e del preziosissimo resveratrolo.
Vitigni
Rossi: vitigni tradizionali pugliesi il Primitivo, il Nero di Troia e il Bombino, il Negroamaro, la Malvasia nera, l’Ottavianello, il Sussumariello.
Bianchi: si nota con piacere una ripresa verso i vini bianchi e non tanto verso gli internazionali, quali lo Chardonnay o il Sauvignon, ma verso antiche varietà, da sempre presenti sul territorio regionale, purtroppo dimenticate, come il Bianco d’Alessano e la Malvasia bianca, la Verdeca, ottima in purezza, così come il Fiano Minutolo, ma anche il Fiano campano, che ben si è adattato al territorio pugliese. Il bombino bianco, invece vien proposto anche in versione metodo classico, nobili bollicine veramente straordinarie!
Docg e Doc
4 Docg: Primitivo di Manduria Dolce Naturale; Castel del Monte Bombino Nero; Castel del Monte Nero di Troia Riserva; Castel del Monte Rosso Riserva
28 Doc: Aleatico di Puglia; Alezio; Barletta; Brindisi; Cacc’e mmitte di Lucera; Castel del Monte; Colline Joniche Tarantine; Copertino; Galatina; Gioia del Colle; Gravina; Leverano; Lizzano; Locorotondo; Martina o Martina Franca; Matino; Moscato di Trani; Nardò; Negroamaro di Terra d’Otranto; Orta Nova; Ostuni; Primitivo di Manduria; Rosso di Cerignola; Salice Salentino; San Severo; Squinzano; Tavoliere delle Puglie o Tavoliere; Terra d’Otranto.